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Genova, settimana da 10: cosa ci lascia la prima edizione

Al termine di otto giorni di battaglie sui campi di Valletta Cambiaso, ecco una carrellata di ciò che ci lascia la prima edizione del Genova Premier Padel P2. Un evento capace di portare tutti i fenomeni del padel nella Città della Lanterna, col sold out di sabato e domenica come ciliegina sulla torta

08 luglio 2024

Lo Stadio Beppe Croce di Valletta Cambiaso, sold out nelle ultime due giornate del Genova Premier Padel P2 (foto Giampiero Sposito/FITP)

La prima edizione di un evento porta sempre con sé alcune incognite. Il Genova Premier Padel P2 ha risposto positivamente a tutte, proponendo una settimana di grande padel in un location che ha funzionato alla grande. Ecco cosa ci ha lasciato il torneo della Città della Lanterna.

IL PADEL NEL VERDE DI VALLETTA CAMBIASO
Non è scontato che un impianto in grado di funzionare molto bene per il tennis possa farlo anche per il padel. Valletta Cambiaso ha superato l’esame, offrendo tanto in uno spazio piuttosto contenuto, avvolto nel verde (che non fa mai male). Lo Stadio Beppe Croce è un gioiellino da 2.000 posti perfetto per il padel, perché permette al pubblico di sentirsi dentro la partita, a due passi dai giocatori. Il sold out delle ultime due giornate ha confermato che c’è grande fame di padel in tutta Italia, e chi ha deciso di non aspettare gli ultimi giorni per recarsi al club è stato premiato dalla possibilità di incontrare praticamente tutti i giocatori, spesso liberamente a spasso per l’impianto e sempre disponibili per foto e autografi.

LA CRESCITA DI ABBATE-GRAZIOTTI
Tutti li aspettavano a Roma, al debutto assoluto nel main draw di un torneo Premier Padel, ma i due azzurri hanno deluso pagando lo scotto della prima volta. Potevano abbattersi, visto che certe batoste non le rimediavano da mesi, invece si sono presentati ancora più forti a Genova, diventando i protagonisti assoluti delle prime giornate. Con tre vittorie hanno superato le qualificazioni, e poi se la sono giocata fino alla fine contro un’ottima coppia come Jimenez-Fernandez. Non è arrivata la vittoria (e per certi versi l’avrebbero pure meritata), ma tante indicazioni positive sì. Peccato siano rimasti fuori di un solo posto dalle qualificazioni del P1 di Malaga: sarebbe stato interessante rivederli subito in azione. Ma anche una pausa non è detto che faccia male, visto che nei primi sei mesi della stagione hanno giocato tantissimo.

L’AMORE PER CHINGOTTO
Quando è nei paraggi lo si sente subito, con quella voce inconfondibile dal tono spesso alto. E quando è in campo lo si vede, comparire in ogni angolo grazie alle sue gambe alla Speedy Gonzales. Il pubblico di Genova l’ha acclamato più volte e per lui non è esattamente una abitudine. “Hai sentito come gridavano il mio nome?”, ha detto al fisioterapista mentre era steso sul lettino dopo la vittoria in semifinale, e nel suo stupore c’è tutto il senso di ciò che sta combinando. Perché era da anni al top, ma aveva sempre vinto molto meno di quanto meritasse. Sta raccogliendo tutto insieme e non era scontato, perché farsi trovare pronti alla prima occasione vera, dopo anni a veder trionfare sempre gli altri, non è roba da tutti.

Federico Chingotto sollevato da Ale Galan: hanno conquistato il titolo maschile a Genova (foto Giampiero Sposito/FITP)

LA NUOVA COPPIA ORSI-RODRIGUEZ
E se Carolina avesse finalmente trovato la compagna giusta per compiere un’ulteriore salto di qualità? A Genova le due hanno salutato con parecchi rimpianti, battute in una partita che si poteva vincere. Ma, delusione a parte, è un risultato significativo perché dall’altra parte della rete c’erano Jessica Castello e Claudia Jensen, quinta coppia del mondo, capaci quest’anno di vincere il P1 di Acapulco. L’azzurra e la compagna spagnola se la sono giocata alla pari per due ore, costruendo una valanga di chance. Le hanno mancate praticamente tutte e su questo dovranno lavorare, ma il livello per stare fra le migliori c’è. E le due sono le prime a esserne convinte. Da coppia n.12 l’obiettivo non può che essere quello di raggiungere le prime 8. Con l’augurio, come detto dalla stessa Orsi, che la coppia possa durare.

LA FINALE DI ORTEGA-ARAUJO
C’è modo e modo di vincere un torneo. Marta Ortega e Sofia Araujo hanno scelto il più complicato in assoluto, andando a battere addirittura le numero uno del mondo Sanchez/Josemaria. Magari le motivazioni delle più forti non erano le stesse di due settimane prima al Foro Italico, ma le due outsider hanno giocato una finale-capolavoro, con un primo set splendido e un secondo nel quale hanno lottato da vere campionesse. Menzione speciale per la Araujo, che ha dimostrato di poter essere decisiva anche contro le più forti. Non aveva mai vinto un titolo nel circuito maggiore (vecchio World Padel Tour compreso), eppure è parsa abituatissima. Premier Padel potrebbe aver trovato un’altra coppia top.

LA PRESENTAZIONE SU NAVE GARIBALDI
Ai migliori giocatori del mondo capita spesso di scendere in campo in luoghi iconici e meravigliosi, ma a nessuno era mai successo di giocare a padel sul ponte di una nave come successo a Genova. E non era affatto una qualsiasi, bensì Nave Garibaldi che nel porto ha ospitato la cerimonia di inaugurazione ufficiale del torneo, alla presenza di campioni e istituzioni. La crescita globale del padel passa anche da eventi come questo e l’Italia si è confermata in prima linea, capace di fare cose che altrove si vedono raramente.

Il padel su Nave Garibaldi: le foto di un evento storico

FINALMENTE NAVARRO-LEBRON
Il mondo del padel li aspettava da settimane, e spiace che li abbia trovati proprio quando hanno deciso di lasciar perdere. Quello di Genova è stato di gran lunga il loro miglior torneo: sono arrivati in semifinale rimanendo in campo poco più di due ore per vincere tre partite, e poi sono riusciti a mettere sul serio alle corde i futuri vincitori Galan/Chingotto, tanto che avrebbero meritato almeno altrettanto. Ma il pareggio non c’è e ha vinto la coppia più forte. Tuttavia, per una volta meritano la promozione piena. Finalmente.

LE OPPORTUNITÀ PER GLI AZZURRI
Si dice che uno dei segreti del successo del tennis italiano sia la presenza sul nostro territorio di tantissimi tornei Challenger, che permettono ai nostri giovani un confronto continuo ad alti livelli. Pertanto, una delle chiavi per un ulteriore sviluppo del movimento padel può essere quella – compresa perfettamente dalla FITP – di portare in Italia numerosi eventi di alto livello. Perché poter affrontare i migliori con una certa continuità è una delle fonti di crescita più immediate. L’accoppiata Roma-Genova ha regalato ai nostri varie occasioni. Basta chiedere a Simone Cremona, che in due partite (consecutive) ha affrontato Galan, Chingotto, Lebron e Navarro. Vincere è ancora impensabile, ma spesso si impara di più dalle sconfitte.

PERSONAGGIO GALAN
Fra i big del circuito, Ale Galan è il giocatore ad aver compreso di più – e meglio – le possibilità che il padel attuale può offrire. Dunque non basta vincere in campo (cosa che peraltro gli riesce decisamente bene), ma è necessario lavorare sull’immagine per poter essere personaggi anche fuori. Non a caso, fra tutti è il giocatore in grado di dare le risposte più argomentate e anche uno dei pochissimi ad aver iniziato ad armarsi di politically correct. Anche se sul saluto freddo di Lebron dopo il loro match non si è trattenuto, dicendo che si sarebbe aspettato di meglio. Bela è la leggenda, Coello il numero uno del mondo, Paquito il più amato dalla gente. Ma se il padel cerca un volto, oggi non può che essere quello di Galan.

Genova in 10 scatti: le foto top della settimana

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